mercoledì 24 febbraio 2016

Dassai 23 Nigori Sparkling


Un breve viaggio in Italia e un raffreddore mi hanno tenuto lontano dal blog, ma riprendo le degustazioni con un una bottiglia davvero speciale. Inutile girarci troppo attorno, stiamo parlando di Dassai, anzi dell'ormai mitico Dassai 23! Sì, perché ormai si tratta di un fenomeno planetario: il nome Dassai è diventato sinonimo di qualità massima tra gli appassionati di sake di tutto il mondo, non solo in Giappone. Ovviamente a chi non beve sake questo nome non dirà nulla, ma è ormai un po' come nominare Gaja (lo so che questi paragoni fanno acqua da tutte le parti, ma è tanto per giocare…), uno di quei nomi forti che fanno subito illuminare il volto di un appassionato, magari all'inizio di un percorso e non ancora colpito da disillusioni. Perché il marchio Dassai ha raggiunto tale traguardo (soprattutto all'estero) è forse un poco complesso da analizzare, anche se al giorno d'oggi può bastare una foto al momento giusto e con le persone giuste per scatenare il successo. Ritornerò sul fenomeno Dassai in un prossimo post, per ora diciamo solo che la azienda produttrice è Asahi Shuzo, con sede a Iwakuni, nella provincia di Yamaguchi, siamo nell'estremo sud dell'isola principale del Giappone.
La bottiglia di oggi è il Dassai 23, ma attenzione, non il suddetto già famoso e ricercato, qui siamo andati addirittura oltre e abbiamo tra le mani la versione spumantizzata. Si tratta di una serie speciale in vendita per la fine dell'anno, credo solo in Giappone. Il numero 23 indica la percentuale rimasta del chicco di riso dopo la politura: siamo a livelli estremi, il massimo grado di politura tra i sake in commercio in Giappone, dichiara il produttore. Ricordo che la versione spumante solitamente in vendita è quella col grado di politura 50. Il Dassai 23 spumante non viene pastorizzato all'imbottigliamento (namazake), per permettere ai lieviti di continuare la loro opera e saturare la bottiglia di anidride carbonica e… creare le bollicine. Questo sake non subisce alcuni processi di filtrazione per cui è anche un nigorizake, un sake torbido, in cui fini particelle di riso e sedimenti sono in sospensione, dando al sake il tipico colore bianco lattiginoso di questa categoria. Solitamente i nigorizake vengono un poco agitati nella bottiglia prima di essere versati, ma in questo caso è meglio evitare visto che si tratta di uno spumante. Il produttore raccomanda quindi molta cautela nell'aprire la bottiglia, asserendo tra l'altro che la pressione supera quella di un classico vino spumante. Queste precauzioni stanno scritte un po' dappertutto e mi hanno messo addirittura ansia, nemmeno fosse una bomba, ma alla fine credo fossero indirizzate al cliente medio giapponese, che, leggendo sull'etichetta "nigorizake", darebbe una energica shakerata alla bottiglia prima di aprirla. Io sinceramente, quasi per nulla aiutato dalla pressione, ho fatto fatica a togliere il tappo di plastica. Stappate la bottiglia che avrete conservato in frigo (è un sake crudo), tappatela con un dito o con quello che volete, capovolgetela a testa in giù due o tre volte per mescolare i sedimenti, servite.
Il sake è ovviamente velato, bianco lattiginoso, le bollicine sono fini, abbastanza numerose e abbastanza persistenti. I profumi sono abbastanza intensi e abbastanza complessi volendo essere generosi: banana verde su tutti, poi qualche nota di agrumi, le dolcezze tipiche dell'umami che poi ritroveremo in bocca, non mi pare altro. Al naso è comunque abbastanza fine. In bocca è sì secco, ma attenzione che i sedimenti riempiono la bocca di tanto "materiale" da rendere l'umami potente (e coprente) al punto da avvertire ben più di una sensazione dolce. L'alcol non si fa sentire, finanche pastoso. Le bollicine riescono in parte a bilanciare questa pastosità con il loro effetto pulente. Il sake è comunque fresco, sebbene forse poco sapido. La lunga persistenza è quella dolciastra dei sedimenti, tipica dei nigorizake, che non a tutti piacerà.
In conclusione, si tratta di una bottiglia estremamente particolare, vuoi per il blasone, la ricercatezza, e la tipologia. Mi è piaciuto? Ni. Io credo sia meglio abbinarlo a un dolce: qualche pezzo di piccola pasticceria giapponese.

Nota: non ho indicato il prezzo perché la bottiglia mi è stata regalata. Girando su internet si trovano ancora bottiglie in vendita (ricordo che è una edizione limitata per il periodo delle festività invernali e che non ha una lunga vita, essendo un sake crudo): il prezzo ufficiale era 6000 yen + tasse, ma ora si arriva anche sui 10000 yen, follia.

www.asahishuzo.ne.jp

獺祭23 発泡にごり酒
Novembre 2015
Alcol: 14%
Varietà: n.d. riso nazionale 100%
Chicco (seimai buai): 23%
Prezzo: n.d.